L'IDEAZIONE DEL PIANO
Il 27 settembre 1941, a più di due anni dallo smembramento della Cecoslovacchia, il generale delle SS Reinhard Heydrich venne mandato a Praga quale responsabile comandante dei territori già cecoslovacchi occupati dal Reich, ovvero del cosiddetto Protettorato di Boemia e Moravia. A seguito dell'insurrezione del popolo ceco del 28 ottobre 1939, venne mandato per soffocare ogni possibile tentativo di resistenza da parte dei cechi.
Il regime di terrore che instaurò gli valse l'appellativo di "Boia di Praga", e le uccisioni indiscriminate che ne derivarono (sia di oppositori all'occupazione nazista, sia di cittadini innocenti) obbligarono il governo ceco in esilio a Londra a cercare di attuare una risposta militare mirata e di sicuro effetto.
L'azione venne concordata tra il governo ceco, la resistenza nazionale non comunista e il governo inglese.
La Royal Air Force (RAF) britannica addestrò dei paracadutisti cechi in Scozia dal 1941 per questa azione: i paracadutisti erano divisi in due gruppi, per specifiche azioni differenti. C'era il gruppo "Anthropoid", composto dai caporalmaggiori Jan Kubiš e Jozef Gabčík, che aveva come obbiettivo l'eliminazione del generale delle SS Reinhard Heydrich, e il gruppo "Silver A", di cui facevanno parte il tenente Alfred Bartos, il caporalmaggiore Josef Valcik e l' appuntato Jiri Potucek, il cui scopo era di supporto ad "Anthropoid" con spionaggio, attraverso la Resistenza Nazionale Ceca.
SUCCESSO DELL'ATTENTATO E RAPPRESAGLIA TEDESCA
Successivamente a questo gruppo di paracadutisti arrivati nel Protettorato, ne furono paracadutati degli altri: il tenente Adolf Opalka, il sergente Jaroslav Svarc, il caporale Josef Bublic e il caporale Jan Hruby. Il gruppo "Anthropoid e Silver A" vennero paracadutati nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 1941. L'attentato ad Heydrich venne eseguito il 27 maggio 1942, nella curva della via Holesovickach, nella zona di Praga Libeň. Dopo un segnale convenuto, il caporalmaggiore Jozef Gabčík aveva provato a sparare con il mitra alla macchina di Heydrich che si stava avvicinando, ma il mitragliatore si inceppò. Allora il caporalmaggiore Jan Kubiš gettò una bomba a mano nell'auto del generale, ferendolo mortalmente. Reinhard Heydrich morì in ospedale il 4 giugno 1942 per setticemia dopo essere caduto in coma senza mai aver ripreso conoscenza.
Il generale Kurt Daluege, che prese il posto di Heydrich, scatenò il terrore contro la popolazione. Fu annunciata una ricompensa di dieci milioni di corone a chi avesse aiutato a trovare gli esecutori dell'attentato e la pena di morte per coloro che li avessero aiutati. Il giorno dopo i funerali di Heydrich il 9 giugno 1942, i tedeschi rasero al suolo il villaggio di Lidice per rappresaglia: uccisero 173 uomini al villaggio, 26 a Praga, 88 bambini furono ammazzati in Polonia, mentre 53 donne trovarono la morte nei campi di concentramento durante la "marcia della morte".
Prima di eseguire l'attentato, ci si pose il problema di dove i paracadutisti potessero nascondersi. A ciò doveva pensare Petr Fafek, che lavorava nella lega contro la tubercolosi. Nello stesso ufficio lavorava Jan Sonneved, capo del Consiglio della Chiesa Ortodossa di Cirillo e Metodio di via Resslova, a Praga. Fafek chiese a Sonneved dove poteva nascondere i paracadutisti. Tutti pensavano fosse compito della Resistenza nazionale Ceca. Parlando con il prete ortodosso Vladimir Petrek, seppero che c'era una catacomba all'interno della chiesa di San Cirillo e Metodio, e attraverso una persona in contatto con i paracadutisti, Jan Zelenka-Hajsky, decisero di rifugiarli nella catacomba.
Tutti si prestarono ad aiutare i paracadutisti: il prete superiore Vaclav Cikl, il sacrestano Vaclav Ornest e il vescovo Gorazd Matej Pavlik, anche se questi ultimi seppero molto tempo dopo che erano riparati nella catacomba. Ma la pressione del terrore a cui fu sottoposta la città fu tale, che uno dei paracadutisti tra gli ultimi arrivati, Karel Čurda tradì. Egli non era a conoscenza del rifugio nella catacomba, ma confessò diversi altri dettagli, sufficienti a consentire ai tedeschi di risalire alla chiesa dove erano nascosti. Il 18 giugno 1942, due battaglioni di SS (tra cui 360 SS di Praga), circondarono la chiesa, confrontandosi contro i sette paracadutisti alle 2:00 di notte. Gli ordini erano quelli di catturarli vivi. Opalka, Kubis e Bublik si difesero dal patio della chiesa fino alle 7:00 di mattina, per poter salvare gli altri quattro nascosti nella catacomba. Perirono tutti e tre, ma i tedeschi si accorsero del rifugio nella catacomba. I tedeschi ripresero quindi l'assalto. I paracadutisti si difesero fino all'ultima pallottola, con la quale si suicidarono per non cadere vivi nelle mani dei tedeschi.
Le famiglie di Vaclav Ornest (sacrestano), Vaclav Cikl (prete superiore), Jan Sonneved (capo del consiglio della chiesa ortodossa di Cirillo e Metodio) vennero deportate a Mauthausen insieme con altre 254 persone, dove perirono. Il vescovo Gorazd venne torturato per tre mesi e poi condannato a morte in un processo farsa insieme ai preti Cikl e Petrek e al signor Sonneved. Con questa azione venne azzerato il vertice della Chiesa ortodossa di Boemia.
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