lunedì 18 marzo 2013

Kristallnacht

Il 7 novembre 1938, presso l'ambasciata tedesca di Parigi, Herschel Grynszpan, ebreo tedesco di 17 anni, sparò al diplomatico tedesco Ernst vom Rath, che sarebbe morto due giorni dopo: il movente comunemente accettato furono le sofferenze patite dalla famiglia di Grynszpan a causa dei nazisti.
In Germania, ovviamente, il Ministro della Propaganda Goebbels fece in modo che la notizia avesse la maggior eco possibile: già dal 7 novembre in tutta la Germania cominciarono assalti e atti di violenza nei confronti degli ebrei, ad opera di membri delle SS e delle SA vestiti in borghese, e in particolare venne colpita la sinagoga ed edifici appartenenti ad ebrei a Kassel.
L'8 novembre, invece, venne data alle fiamme la sinagoga di Bad Hersfeld e nel corso della notte vi furono altri danneggiamenti e maltrattamenti a danno di ebrei, fino ad arrivare anche ad una prima vittima a Felsberg.
Il 9 novembre, altri danneggiamenti avvennero a Dessau e a Chemnitz, e alle 22 dello stesso giorno Goebbels fece un discorso alla radio accusando "gli ebrei" della morte di Vom Rath: le sue parole vennero interpretate dalle SA come un invito all'azione e da quel momento altre sinagoghe ed altri edifici appartenenti ad ebrei vennero assaltati, così come centinaia di negozi. Molte persone vennero seviziati e ci furono anche casi di stupro. Durante questo pogrom si contarono almeno 400 vittime, 91 secondo una lettera di Heydrich a Goring.
I pogrom continuarono fino al 10 novembre. A partite da quel giorno e in quelli seguenti circa 30.000 uomini di religione ebraica vennero arrestati dalla Gestapo e dalle SS e deportati nei campi di concentramento di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen. Molti furono rilasciati solo dopo aver "dichiarato" di essere disposti all'esilio, mentre altri morirono durante la detenzione.
"La Notte dei Cristalli" venne considerata da molti dirigenti nazisti come un passo falso, che dichiararono le violenze eccessive. I saccheggi compiuti ottenendo vantaggi personali crearono problemi al partito e vi furono molte critiche per la "distruzione di beni patrimoniali priva di senso ai fini economici".
Vi furono anche delle proteste a questi pogrom.
All'interno del partito nazista, in molti non ritennero "utili" i pogrom per raggiungere l'obiettivo di liberare la Germania dagli ebrei, e molti presero le distanze dalla loro pianificazione ed esecuzione. Come capro espiatorio venne indicato lo stesso Goebbels, anche se alcune ricerche mettono in dubbio la tesi che il Ministro della Propaganda fosse l'unico responsabile: secondo alcuni storici, anche Hitler, Goring ed Himmler probabilmente sapevano dell'organizzazione di questi pogrom ed è possibile che fossero coinvolti nella loro pianificazione.
Il 12 novembre 1938, in una conferenza presieduta da Goring, il partito si proponeva di coordinare ulteriori disposizioni per allontanare ulteriormente gli ebrei dalla vita pubblica in Germania: in particolare, vi furono disposizioni che provocarono un ulteriore allontanamento degli ebrei dalla vita economica e culturale, molte aziende vennero espropriate. Gli ebrei vennero esclusi dalle scuole, dalla partecipazione agli eventi pubblici, dall'assistenza pubblica.


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