Dopo aver annesso l'Austria, l'obiettivo dichiarato di Hitler era quello di annettere anche il territorio dei Sudeti, che faceva parte della Cecoslovacchia.
Già nel 1938, il dittatore incaricò Henlein, dirigente del Partito Patriottico dei Sudeti, di avanzare pretese innaccettabili in nome dei Sudeti stessi, in modo da aumentare le tensioni all'interno della Cecoslovacchia, per far tornare i Sudeti nel Reich.
Per evitare il conflitto, i governi francese e inglese adottarono la cosiddetta politica dell'appeasement: i francesi, in particolare, non avevano alcuna intenzione di affrontare i tedeschi in guerra da soli, e quindi adottarono la stessa politica di Chamberlain, primo ministro inglese. Quest'ultimo riteneva le richieste dei Sudeti più che legittime, ma dopo la secessione della Slovacchia Hitler ne approfittò per denunciare l'impegno britannico di salvaguardia della Cecoslovacchia. Perciò, Francia e Gran Bretagna consigliarono il presidente cecoslovacco Benes di accettare le richieste tedesche, ma egli volle resistere e mobilitò il proprio esercito (20 maggio), in risposta alle voci di una mobilitazione da parte dell'esercito tedesco.
Chamberlain chiese nel frattempo a Benes di trattare attraverso un mediatore, e il presidente cecoslovacco accettò con riluttanza: il mediatore, lord Runciman, tentò di convincere Benes ad accettare le richieste dei tedeschi dei Sudeti, che firmò una sorta di piano. Henlein, però, volle a tutti costi boicottare queste trattative ed organizzò della manifestazioni che sfociarono in violenze, l'esercito cecoslovacco intervenne energicamente per ristabilire l'ordine ed Henlein, il 15 settembre, dalla Germania, emise un proclama che chiedeva ufficialmente l'annessione dei Sudeti da parte della Germania nazista.
Lo stesso giorno, Hitler incontrò Chamberlain chiedendo l'annessione al Reich dei Sudeti, sotto minaccia di una guerra: il primo ministro britannico riferì al proprio governo e quello francese, che accettarono entrambi. I cecoslovacchi, però, resistevano ancora, sostenendo che l'annessione dei Sudeti avrebbe distrutto l'economia della Cecoslovacchia e avrebbe portato comunque alla totale annessione del Paese. Inglesi e francesi emisero un ultimatum e Benes dovette quindi capitolare.
In Cecoslovacchia la popolazione si indignò non poco per la capitolazione di Benes, e fu così istituito un nuovo governo, con a capo Syrovy.
Il 28 settembre Chamberlain chiese a Mussolini di intervenire presso Hitler, per convincerlo a partecipare ad una conferenza per risolvere una volta per tutte il problema. Il 29 settembre, a Monaco di Baviera, ebbe così luogo la famosa Conferenza di Monaco, a cui parteciparono Hitler, Chamberlain, Mussolini e Daladier (capo del governo francese), mentre il governo cecoslovacco non fu né invitato e né consultato.
L'accordo raggiunto prevedeva, come suggerito da Mussolini, il passaggio del territorio dei Sudeti alla Germania a partire del 10 ottobre 1938.
Chamberlain e Daladier si felicitarono per il raggiungimento di un accordo che avrebbe evitato all'Europa un altro sanguinoso conflitto. Il primo ministro inglese fu accolto in patria come un vero proprio eroe, ma si sollevarono comunque delle critiche, in particolare quella del futuro primo ministro Winston Churchill, che alla Camera dei Comuni, il 5 ottobre, disse espressamente: "Regno Unito e Francia dovevano scegliere tra la guerra e il disonore. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra". Mai parole furono più profetiche!!!
Esattamente nel marzo 1939, le paure di Churchill sulle mire espansionistiche del Terzo Reich trovarono conferma proprio con l'invasione della Cecoslovacchia da parte dell'esercito tedesco: il 13 marzo 1939, difatti, le truppe tedesche entrarono a Praga, annettendo Boemia e Moravia trasformandole in un protettorato, e creando al tempo stesso un regime-fantoccio in Slovacchia.
I semi che avrebbero portato allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale erano appena stati gettati...
Gli accordi di Monaco ebbero come conseguenza anche l'avvicinamento tra Hitler e Mussolini, che da li a pochi mesi avrebbero messo a punto il famoso Patto d'Acciaio (o Asse Roma-Berlino). Il 22 maggio 1939, difatti, Galeazzo Ciano e Joachim Von Ribbentrop firmarono questo patto nella Cancelleria del Reich a Berlino, che avrebbe legato fino alla fine il regime fascista italiano e il regime nazista tedesco.
Esso prevedeva un'alleanza sia difensiva che offensiva: le parti erano obbligate a fornire reciproco aiuto politico e diplomatico in caso di situazioni internazionali che avrebbero messo a rischio i proprio interessi vitali. Aiuto che si sarebbe esteso anche sul piano militare in caso di guerra. Inoltre, i due paesi si sarebbero impegnati a non firmare trattati di pace separatamente. Il patto sarebbe durato dieci anni.
Il patto prevedeva anche l'inviolabilità della frontiera italo-tedesca, ma anche il riconoscimento di uno spazio vitale italiano, che la Germania si sarebbe impegnata a non violare. Il patto, infine, prevedeva un'alleanza politica tra le dittature.
Vi furono delle critiche in Italia a questo patto: la durata inusitata e lo sbilanciamento della potenza bellica a favore della Germania, dava a quest'ultima il potere d'iniziativa.
Inoltre Mussolini, ben sapendo che il conflitto era vicino, comunicò più volte ad Hitler che l'Italia non era ancora militarmente pronta a sostenere una guerra prima di due o tre anni.
Ma il giorno dopo la firma dell'accordo, 23 maggio, Hitler tenne un consiglio al centro del quale c'era l'invasione della Polonia: per il dittatore tedesco, il compito dell'Italia, all'inizio, sarebbe stato quello di contenere le reazioni inglesi e francesi.
Il resto della storia, purtroppo, è "carta conosciuta" e ne parlerò prossimamente...
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