Come già accennato, nel Mein Kampf Hitler illustrò non solo quelle che erano le sue idee politiche e di conquista del dominio in Europa, ma soprattutto mise in luce il suo antisemitismo, ovvero il suo odio profondo verso gli ebrei e la superiorità della razza ariana.
Una volta arrivato al potere, la politica del Fuhrer si mantenne inizialmente su toni abbastanza moderati, per non allarmare l'elettorato moderato. Ma l'antisemitismo covava già nell'animo di molti tedeschi e i nazisti non fecero altro che riaccenderlo. In particolare, per i nazisti gli ebrei erano la causa principale dei problemi della Germania.
Già dall'aprile del 1933, i medici, negozianti ed avvocati di origini ebraica subirono i primi boicottaggi. Con la legge di "ripristino dell'impiego nel pubblico servizio", agli ebrei venne preclusa ogni possibilità di lavorare al servizio dello Stato, riservando ai soli tedeschi "ariani" le posizioni privilegiate e destinando gli ebrei ai lavori più umili.
Dal 1935, però, la persecuzione nei confronti degli ebrei subì un'accelerazione: a maggio vennero banditi dall'esercito e, nell'estate, i negozi cominciarono ad esporre i cartelli "vietato l'ingresso agli ebrei".
Il 15 settembre 1935 vennero promulgate le famigerate Leggi di Norimberga. Queste impiegavano una base pseudo-scientifica per la discriminazione razziale nei confronti degli ebrei: in particolare, chi poteva provare di avere quattro nonni tedeschi venne considerato di "sangue tedesco", mentre venne considerato ebreo chi aveva tre o quattro nonni ebrei; chi, invece, aveva uno o due nonni ebrei, era considerato di sangue misto. Vi erano poi i sub-umani: coloro che non avevano differenze esteriori visibili, ma la cui fede religiosa era sufficiente a qualificarli come ebrei e quindi, appunto, sub-umani.
Queste leggi, che in totale erano due, vennero annunciate appunto il 15 settembre 1935 durante l'annuale congresso del partito nazista a Norimberga: la prima, legge sulla cittadinanza del Reich, negava agli ebrei la cittadinanza tedesca. Gli ebrei non erano quindi più considerati cittadini della Germania, divenendo Staatsangehoriger, ovvero "appartenenti allo Stato". Questo comportò la perdita di tutti i diritti civili, anche di quello di voto; la seconda, legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, proibiva i matrimoni e le convivenze tra "ebrei" e "tedeschi". Inoltre proibiva alle ragazze "tedesche" al di sotto dei quarantacinque anni di lavorare per famiglie ebree.
Ma non era finito qui: nel 1936, gli ebrei vennero banditi da tutte le professioni, impedendo loro di esercitare una qualunque influenza politica o economica, mentre nel biennio 1937-1938 vennero promulgate leggi che colpirono le finanze degli ebrei, e dal marzo 1938 il governo tedesco non stipulò più contratti con aziende appartenenti ad ebrei, mentre dal settembre dello stesso anno solo dottori "ariani" potevano curare i tedeschi "ariani".
Dall'agosto 1938, inoltre, il governo obbligò i maschi ad inserire nel proprio nome "Israel" e le donne ad inserire "Sarah", mentre da ottobre una grande "J" (Juden), venne timbrata sui loro passaporti. Da novembre i bambini ebrei vennero esclusi dalle scuole pubbliche, mentre dall'aprile 1939 molte imprese ebraiche erano fallite, mentre altre vennero acquistate forzatamente dal governo nazista.
Nonostante le leggi naziste fossero principalmente dirette contro gli ebrei, altre etnie "non-ariane" furono colpite dal rigore della cosiddetta igiene razziale. Di particolare interesse per lo scienziato nazista Eugen Fischer fu una razza meticcia che aveva origine dai soldati di colore (truppe coloniali dell'Africa Occidentale) stanziati in Renania durante l'occupazione francese; oltretutto, queste persone rappresentavano per i nazisti il ricordo della sconfitta nella Prima Guerra Mondiale. Fischer ne auspicò la sterilizzazione forzata per preservare la "purezza razziale" del popolo tedesco. Almeno 400 bambini renani meticci vennero sterilizzati entro il 1938 mentre altri 400 vennero deportati nei campi di concentramento. In effetti non ci fu mai alcun tentativo sistematico di eliminare la popolazione di colore dalla Germania, ma i matrimoni "misti" rimasero illegali.
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